Il 20 ottobre scorso si è svolto il seminario on-line del progetto “Coltiviamo l’integrazione”, finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno con acapofila Tamat NGO e altri partner: Associazione i Tetti colorati Onlus di Ragusa, Fondazione ISMU Milano, F.J. Kennedy Human Rights. e Cardet.
Il dott. Domenico Lizzi, in rappresentanza di Tamat NGO, ha illustrato il progetto – iniziato nel 2018 con conclusione a dicembre 2021 – sottolineando le buone pratiche di agricoltura sociale avviate per l’inclusione dei migranti e lanciando una riflessione più ampia su come l’agricoltura possa divenire un valido mezzo di inclusione economica per soggetti svantaggiati privi di alcuna prospettiva personale e lavorativa.
Il progetto è partito dunque da una analisi di ciò che sono le buone pratiche a livello nazionale ed euopeo dando il via a trelaboratori di Agricoltura Inclusiva (Perugia, Milano e Ragusa) per dare poi l’opportunità, a chi volesse, di replicare questo tipo di intervento.
A parlare del nostro territorio è stata la dott.ssa Elisa Occhipinti – coordinatrice del progetto per I Tetti colorati Ragusa – la quale ha tirato le fila di questi ultimi anni che hanno visto coinvolti, nei due cicli di formazione, un totale di 13 destinatari (Eritrea, Gambia, Marocco, Algeria, Nigeria, Somalia). Si tratta di gruppi eterogenei per età, nazionalità e genere.
I laboratori sono stati strutturati per acquisire sia la conoscenza della linqua italiana e del linguaggio specifico nel mondo del lavoro, sia il sapere tecnico ed anche pratico nel campo dell’agricoltura.
Il laboratorio si è tenuto presso contrada Magnì, dove ha sede la cooperativa “Semina Mondo”. “Abbiamo scelto questo luogo – dice Elisa – perché caratterizzato da un forte impatto sociale, in quanto la cooperativa nasce proprio da Costruiamo Saperi, un progetto finanziato da Fondazione con il Sud in cui si sono sviluppate delle vere e proprie idee imprenditoriali.”
Il team di lavoro ha coinvolto una formatrice linguistica, un agronomo, un tutor relazionale e un tutor d’aula. Il laboratorioha cercato di far acquisire ai destinatari delle competenze in campo agricolo e con questo, nel nostro territorio, si intende innanzitutto avviare e stimolare un processo che porta al contrasto dello sfruttamento lavorativo; difatti tra gli enti coinvolti anche la CGIL che ha tenuto una formazione sulla conoscenza dei diritti dei lavoratori agricoli.
La parte tecnica ha permesso ai destinatari di approfondire e sviluppare delle nuove conoscenze rispetto al mondo vario delle coltivazioni. Ciò ha spinto e motivato alcuni di loro a continuare il lavoro presso la cooperativa; un ragazzo ha invece scelto la strada dell’ autoimprenditorialità, affittando due terrenie impiantandovi delle coltivazioni locali ed anche africane.
“Gli obiettivi del progetto – dice la dott.ssa Occhipinti – sono stati raggiunti e hanno mirato fortemente a cogliere, creare e diffondere sempre più il clima di integrazione; alla fine del primo ciclo, ricordiamo, abbiamo organizzato una cena con tutti i partecipanti per gustare saperi e sapori di altre terre.”
Il seminario si è concluso con un dibattito che ha visto la partecipazione di Caritas Ragusa, WeCare della Diocesi di Noto, Fondazione Ismu e Cooperativa Semina Mondo e Cooperativa sociale “Si può fare” di Noto.